giovedì 26 settembre 2013
mercoledì 25 settembre 2013
Sagra del Cinghiale a Migiandone di Ornavasso - Edizione 2013
Ottava edizione della Sagra del Cinghiale di Migiandone di Ornavasso, il 6 Ottobre 2013
Ecco il programma completo.
DOMENICA 6 OTTOBRE 2013 dalle ore 10,00 alle 18,00
8^ Edizione Sagra del Cinghiale di Migiandone
PASSEGGIATA ENOGASTRONOMICA
alla scoperta di uno dei più suggestivi paesi della Bassa Ossola.
PASSEGGIATA ENOGASTRONOMICA
alla scoperta di uno dei più suggestivi paesi della Bassa Ossola.
In più: Mercatini, Svojacantin e degustazione di prodotti tipici.
Presente il Gruppo WALSER di Urnafasch
martedì 24 settembre 2013
Solennità di San Maurizio.
Venerdì 27 settembre ore 18.30, a Milano, presso la Chiesa di Santa Maria del Carmine, in Piazza del Carmine a Brera: Santa Messa Solenne dell’Ordine (crociato, religioso, ospedaliero, militare, nobiliare e dinastico) dei Santi Maurizio e L...azzaro, nella ricorrenza di San Maurizio, Generale della Legione Tebea, Santo e Martire della Chiesa Cattolica. Celebrerà il Rev.mo Priore della Lombardia, Cav.Uff. Don Simone Rolandi, presenzierà il Delegato Cav.Gr.Cr. Principe Don Alberto Giovanelli.
lunedì 23 settembre 2013
venerdì 20 settembre 2013
mercoledì 18 settembre 2013
I Savoia al Verbano
Si terrà a Stresa (VB)
il prossimo 9 novembre presso il Grand Hôtel et des Iles Borromées un convegno dal titolo “I Savoia al Verbano. La
Casa Reale, Stresa e la villeggiatura fra Otto e Novecento”.
L’iniziativa è
organizzata dal Magazzeno Storico Verbanese in collaborazione con
il Centro Studi Rosminiani di Stresa e prevede la partecipazione di
nove specialisti di storia dell’arte, politica, economica e di studiosi della
storia di casa Savoia, che con i propri contributi indagheranno tra l’altro la
figura di Margherita regina d’Italia e i suoi legami con il territorio
piemontese e lombardo e quelle dei Savoia-Genova, ramo collaterale dei Savoia
Carignano.
E’ annunciata la
presenza nel comitato d’onore di SAR la principessa Maria Gabriella di Savoia e
di alcune antiche e nobili famiglie verbanesi e italiane. Tali presenze hanno
lo scopo di sottolineare le relazioni tra il Verbano e l’Ossola ed i reali di
casa Savoia non solo tramite la residenza stresiana della duchessa di
Genova e del figlio Tommaso di Savoia, o per le frequenti visite della regina
Margherita.
Il popolo Walser delle Alpi
Le “Alpi Walser” comprendono un ampio settore dell’arco alpino, dai confini tra la Savoia e il Vallese alla Valle d’Aosta, alla regione del Monte Rosa, alla Val Formazza, a Bosco Gurin nel Canton Ticino, ai Grigioni, al Vorarlberg, al Tirolo.
Discendenti di quei coloni Alemanni che nel X secolo penetrarono attraverso la “catena mediana” nella valle del Rodano, i Walser furono tra i primi ad acclimatarsi a quote altimetriche e condizioni ambientali alle quali l’uomo non aveva ancora imparato a sopravvivere. Inventori di un modello di vita e civiltà comparabile per esperienza a quella dei coloni olandesi che strapparono il terreno al mare erigendo dighe, essi seppero dissodare e coltivare stabilmente la montagna divenendo protagonisti del popolamento delle alte Alpi, in un’epoca (XIII-XV secolo) nella quale la colonizzazione e la bonifica dei territori incolti in vaste aree del continente costituirono un fenomeno economico ed umano che gli storici paragonano, per entità ed importanza, alla rivoluzione industriale del XX secolo.
Minoranza nelle minoranze, quella dei Walser non è una “enclave”, bensì un complesso di “enclaves” linguistiche ed etniche sparse in gran parte dell’arco alpino, e che, attraverso sentieri d’alta quota, alcuni dei quali sarebbero poi diventati passi alpini di grande importanza per l’economia europea, comunicarono tra loro per secoli, fino all’avvento delle frontiere tra stati sovrani. La mappa delle colonie da loro fondate segue un andamento dinamico tra il XII e il XV secolo, quando la loro diaspora può considerarsi storicamente conclusa.
Una prima fase (“colonizzazione primaria”) li spinse dall’originario Vallese-Wallis ( di qui il nome “Walser”) alla testata della valle della Toce (Formazza) e delle valli meridionali del Monte Rosa. In fasi successive (“secondarie”, “terziarie” etc.) si spinsero dalle colonie “primarie” verso la fondazione di nuovi insediamenti, tramandando un modello di migrazione ininterrotto per tre secoli, finalizzato però alla fondazione di insediamenti “stanziali”. A queste fasi si connessero sia gli insediamenti minori, in valli limitrofe alle colonie “primarie”, sia la lunga marcia in direzione delle Alpi Occidentali e Orientali, marcia che li portò a fondare oltre 150 colonie d’alta quota sparse dalla Savoia al Tirolo, nell’odierno territorio di 5 stati alpini: Francia, Svizzera, Italia, Liechtenstein e Austria).
Particolare importanza riveste la migrazione walser verso le Alpi Retiche e Alpi Centrali, nell’attuale territorio del Cantone dei Grigioni (Svizzera) e delle Regioni del Vorarlberg e Tirolo (Austria). In quei territori, nei secoli XIII-XV, i Walser disseminarono di decine di insediamenti permanenti le testate delle valli alpine. L’insediamento walser di Avers (Grigioni), con il villaggio di Juf (2126 m), è ancora oggi il luogo abitato tutto l’anno più alto d’Europa.
Questa fase del movimento migratorio che ebbe per meta le Alpi Retiche vide protagonisti coloni provenienti in particolare dalla proto-colonia di Formazza (ponte tra la colonizzazione occidentale e orientale) e dal Vallese.
Questa fase del movimento migratorio che ebbe per meta le Alpi Retiche vide protagonisti coloni provenienti in particolare dalla proto-colonia di Formazza (ponte tra la colonizzazione occidentale e orientale) e dal Vallese.
L’economia autarchica dei Walser li obbligò ad un alimentazione e ad un’economia di sussistenza dove la grande abilità fu costituita dalla capacità di equilibrare l’allevamento del bestiame e il consumo dei prodotti della poca terra arabile, per fare ciò dovettero affinare nel tempo tecniche e attrezzature, introducendo l’aratro a ruota, l’erpice, la falce con la lama inclinata rispetto al manico, e tutti quegli attrezzi che avrebbero permesso loro di “domare” la natura selvaggia alla quale avevano lanciato la sfida.
Una particolarità che contraddistingue e accomuna tutti i walser, oltre alla cultura, le tradizioni di vita e di lavoro, la loro economia secolare e le particolari usanze giuridiche che sono una preziosissima ed altrimenti perduta testimonianza della presenza dell’uomo sulle altitudini, è l’antichissima lingua germanica, per la tutela della quale, dalle sempre più delicate e complesse fasi di riconversione dalle tradizionali forme di economia e di vita, a quelle compatibili con i tempi nuovi, sono necessarie iniziative di coordinamento tra istituzioni culturali che operano in contesti regionali diversi.
Un ulteriore aspetto omogeneizzante è la religiosità che i Walser hanno da sempre seguito, praticandola e “utilizzandoLa” anche come collante sociale. Le feste religiose erano l’unica deroga che essi si concedevano alle dure mansioni agro-pastorali, quindi anche un momento di svago utile e necessario. Ogni mese ne contemplava qualcuna, cominciando con la festa dell’Epifania a gennaio per terminare con il S. Natale a dicembre. Infine i costumi tradizionali che pur differenziandosi da una valle all’altra, introducono un pretesto di folklore e allegria davvero apprezzabile.
a cura di Beba Schranz
martedì 17 settembre 2013
Ornavasso-Urnafasch al Walsertreffen 2013
Con oltre 120 partecipanti, la delegazione di Ornavasso è stata una delle più numerose al Walsertreffen 2013, tenutosi a Raggal nella Walsertal in Austria. Presenti il Gruppo Walser Urnafasch con il suo Presidente Nobile Eugenio Ronchi, la Banda di Santa Cecilia ed il Sindaco-Borgomastro Dott. Antonio Longo Dorni.
Iscriviti a:
Post (Atom)